Itinerari all'Elba
L'ACQUARIO DELL'ELBA
L'Acquario dell'Elba è nato negli spazi ricavati dai locali della discoteca Marina 2000 di Marina di Campo. Oggi è sicuramente, sia per dimensioni che, soprattutto, per la varietà di specie ospitate, fra i più completi acquari mediterranei esistenti.
Su di una superficie interamente coperta di circa 1.000 metri quadrati, attualmente sono in funzione 60 vasche per oltre 150.000 litri d'acqua, che ne fanno, per dimensioni, la seconda struttura in Italia dopo l'Acquario di Genova.
Attualmente sono ospitate circa 150 differenti specie di organismi marini mediterranei, alcune delle quali particolarmente rare o difficili da osservare in cattività.
Fiore all'occhiello dell'Acquario è la presenza fra i suoi ospiti di alcune lampughe, grossi pesci pelagici che, a quanto ci risulta, non sono osservabili in nessun altro acquario.
Particolarmente numerosi sono i crostacei, presenti con una trentina di differenti specie, ed oltremodo curiosi sono alcuni molluschi, come la polpessa o il tritone.
PARCO MINERARIO
Il Parco Minerario dell'Isola d'Elba è un opera di recupero e di valorizzazione ambientale delle aree degradate dall'estrazione del ferro. L'idea motrice è costituita dall'esigenza di restituire all'ambiente e all'uso dell'uomo una vasta area che è stata profondamente trasformata, affidando ad essa nuovi contenuti in virtù dell'ampia valenza culturale e didattica offerta dalle coltivazioni minerarie abbandonate.
Con il Parco si fruisce di un modello a grandezza reale di tutto quanto la teorica trattazione dei testi specialistici non sempre riesce ad illustrare chiaramente. Il progetto coinvolge i Comuni minerari di Capoliveri, Rio Marina e Rio nell'Elba valorizzandone le diverse caratteristiche culturali, attraverso i musei mineralogici, dell'archeologia e dell'arte mineraria e la possibilità di visitare, accompagnati dalle guide del Parco Minerario, le miniere a cielo aperto di Rio Marina e Rio Albano, di scoprire la suggestione sotterranea della galleria del Ginevro a Capoliveri.
Gli ospiti inoltre potranno usufruire di attività didattiche come la ricerca e lo studio dei minerali nel nuovissimo laboratorio di Educazione Ambientale, dell'anfiteatro all'aperto con la capienza di 700 posti ed un'incantevole vista sul mare e dell''archivio storico delle miniere elbane custodito nel Palazzo del Burò.
Il museo si estende per oltre 600 mq all'interno del Palazzo del Burò, posto nel centro storico di Rio Marina. Qui è raccolta una delle più importanti collezioni di minerali dell'Isola d'Elba con numerosi campioni di eccezionale bellezza.
Oltre ai minerali, all'interno del museo si possono osservare diversi ambienti di miniera, fedelmente ricostruiti da esperti di archeologia industriale, utilizzando materiale originale rinvenuto nei vecchi cantieri (l'officina del fabbro ferraio, il riparo del minatore ed un piccolo tratto di galleria a dimensioni reali). Infine i vecchi macchinari e le foto storiche fanno da corollario ad un ambiente unico e suggestivo.
Il Museo Alfeo Ricci, in via Palestro a Capoliveri, ospita minerali provenienti dalle varie parti dell'Elba, in particolare dalla zona orientale dove si trovano le miniere di ferro. Conserva numerosi esemplari di eccezionale bellezza, rarità e valore scientifico e rappresenta una completa campionatura dei minerali dell'isola. Personaggio eclettico, Alfeo Ricci si dedicò tra gli anni '30 e gli anni '60 a raccogliere e catalogare minerali provenienti dalle varie parti dell'Elba, in particolare dal settore minerario orientale; oggi la sua collezione rappresenta una vivace testimonianza del collezionismo scientifico e dello studio appassionato di un patrimonio mineralogico di notevole rarità.
Sono da considerarsi la naturale prosecuzione della visita ai musei, accompagnati da esperte guide ambientali in escursioni di diversa durata a piedi o a bordo del caratteristico trenino si attraversano i principali cantieri delle miniere di Rio Marina, Rio Albano e Capoliveri alcuni dei quali sono stati sfruttati fin dal periodo etrusco e romano in una indimenticabile passeggiata tra colori magici, paesaggi lunari, resti di strade ferrate e vecchi impianti di lavorazione.
Gli itinerari all'interno delle antiche miniere consentono di cogliere i molteplici aspetti legati al mondo del ferro elbano e la stretta connessione tra minerali ed uomo.
Lungo il percorso le esperte guide illustreranno le diverse specie mineralogiche, le tecniche estrattive utilizzate nei vari periodi e saranno a disposizione per ogni chiarimento.
NAPOLEONE BONAPARTE
L'isola d'Elba è nota, in Italia e nel mondo, per le sue bellezze e per i minerali che si trovano nel suo sottosuolo. Ma la notorietà dell'isola è legata anche ad un nome: Napoleone Bonaparte.
L'Elba ha rappresentato per Napoleone un esilio breve, dorato sotto molti aspetti. Vi ha soggiornato, per altro regnandovi, per meno di un anno, tra il 1814 ed il 1815, fuggendone poi, ed andando così incontro alla sua Waterloo e all'assai peggiore esilio a Sant'Elena, in mezzo all'Atlantico.
All'Elba Napoleone arrivò agli inizi di maggio del 1814. Prima per lui c'erano state la disastrosa Campagna di Russia, la sconfitta a Lipsia. L'eredità Napoleonica, all'Elba, è invece rappresenta soprattutto da due Musei, nei due edifici che furono le sue residenze: Villa dei Mulini (quella cittadina, nel centro storico di Portoferraio) e Villa San Martino (la più grande, immersa nel verde, ad alcuni chilometri dal capoluogo isolano in direzione Procchio - Marina di Campo). Nel lascito Napoleonico all'isola vi sono anche dipinti e libri.
ll 31 marzo 1814 le forze coalizzate di Inghilterra, Prussia, Russia e Austria entrano a Parigi. Napoleone è costretto a sottoscrivere l'atto di abdicazione. Il trattato di Fontainbleau dell'11 aprile gli assegna l'Elba come principato e una pensione annua di due milioni di franchi. Nel 1814 è governatore dell'isola d'Elba il generale Dalesme e la sua guarnigione è composta da meno di 500 effettivi - La miniera di Rio è ferma da mesi per l'impossibilità di trasportare il minerale fuori dal paese, il ritorno dei pochi reduci elbani dalle guerre napoleoniche e lo sbandamento tra i militari delle guarnigioni causato dal clima di incertezza creatosi dopo la sconfitta e l'abdicazione di Napoleone, fomentano sentimenti di ostilità contro i francesi.
Napoleone, arrivato in rada il 3 maggio sulla fregata "Undaunted" agli ordini del comandante Usher, non è sicuro dell'accoglienza che lo attende. Si fa precedere da un proclama alla popolazione e l'invio della bandiera da lui stesso progettata, bianca con banda rossa, ispirata alla bandiera mercantile granducale, a cui furono aggiunte tre api dorate. Anche la coccarda francese verrà sostituita con un'altra con i nuovi colori. Gli elbani lo accolgono con entusiasmo, lo sbarco avviene sul molo di fronte alla Porta a mare, gli vengono consegnate le chiavi della città dal Maire Traditi che, assieme alle autorità, lo accompagna alla Pieve dove fu celebrato il Te Deum dal Vicario generale dell'isola, monsignor Arrighi.
Dopo aver alloggiato per qualche giorno negli scomodi locali della Biscotteria, sede dell'amministrazione, Napoleone decise, per il suo alloggio, di ristrutturare alcuni edifici amministrativi e di vario uso, situati tra il forte Stella e il forte Falcone, l'attuale complesso della Villa dei Mulini.
L'Imperatore si comporta come se dovesse restare all'Elba ma, avvisato che il Congresso, adunato a Vienna dal 1° di novembre, si propone di confinarlo altrove, sta meditando la fuga confidando, una volta sbarcato in Francia, nell'aiuto dell'esercito che in gran parte gli è rimasto fedele. Con grande cautela a causa delle spie che lo sorvegliano, Napoleone comincia a preparare la fuga. Il 16 febbraio 1815 scrive al generale Drouot, "Date ordine che il brigantino entri in darsena e sia voltato sulla chiglia, lucidato, le sue vie d'acqua ben tappate, che si rifaccia il carenaggio e tutto ciò che è necessario perchè possa tenere il mare. Sarà dipinto come un brigantino inglese. Si farà di tutto ciò un preventivo che mi presenterete domani. Si riarmerà il brigantino, si fornirà di biscotti, riso, legumi, formaggio, metà dell'approvvigionamento in acquavite e l'altra metà in vino, e acqua per 120 uomini per tre settimane. Quanto alla carne salata, se ne imbarcherà per 15 giorni. Avrete cura che vi sia legna e infine non manchi assolutamente niente. Desidero che dal 24 al 25 di questo mese sia in rada e pronto come ho detto".
Napoleone lascia quindi, segretamente, l'Elba il 26 febbraio 1815 dopo un ballo di Carnevale dato al Teatro dei Vigilanti che si era fatto ricavare dalla sconsacrata chiesa del Carmine e che è tutt'ora il teatro elbano. Allentatasi la vigilanza degli inglesi per l'assenza del colonnello Campbell, partito per Livorno, il brigantino Incostant, al comando del capitano Chautard prende il largo con a bordo l'Imperatore. E' armato con 18 cannoni. Normalmente avrebbe 64 uomini d'equipaggio ma, date le circostanze, ne ha molti meno. La piccola flotta comprende anche le due golette e una bombarda francese. 400 granatieri saranno imbarcati sull'"Incostant", 200 sull'"Etoile", i cavalieri sul "Saint-Esprit", 40 artiglieri, 300 cacciatori corsi seguiranno su altre imbarcazioni. Una delle golette fa la vedetta. La destinazione, per precauzione, è ancora segreta. I vascelli si dirigono ad ovest separatamente per non aver l'aria d'essere un convoglio. Infatti Campbell, uscito il giorno seguente dal porto di Livorno con la sua fregata, diretto all'Elba, non avrà alcun sospetto.